19 giungo 1938 – 19 giungo 2020: 82 anni fa, oggi, l’Italia vinceva il suo secondo mondiale.
Presso lo stadio Olimpico Yves du Manoir di Colombes, a nord-ovest di Parigi, la Nazionale di Calcio Italiana disputava la finale della terza edizione della coppa del mondo contro l’Ungheria.
Un torneo surreale, figlio di anni bui: un pezzo di storia raccontato nell’”Epica del Calcio. Storia di un fenomeno che ha cambiato il mondo” di Fabio Poli, Presidente del Corso Triennale in Scienze Motorie - curriculum Calcio e Direttore Organizzativo AIC - Associazione Italiana Calciatori (il video).
Un unicum nel panorama editoriale a supporto dell’offerta formativa dell’Università Telematica San Raffaele Roma, l’Ateneo italiano che conferisce valore accademico alle professionalità di un fenomeno sociale che, in 150 anni, non solo ha cambiato il modo di raccontare i suoi professionisti ma ha, negli ultimi anni, radicalmente mutato i suoi fabbisogni professionali e le regole dei suoi asset economici.
1. Il Tuffo di Silvio Piola.
Il secondo gol della nazionale italiana ai quarti di finale della Coppa del Mondo 1938 contro la Francia.
Il racconto del calcio comincia ad avvalersi dell’immagine precisamente corrispondente al gesto “epico”. Omero (il giornalista) ha finalmente la rappresentazione dell’impresa del suo eroe, grazie allo sviluppo delle tecnologie fotografiche.
2. I momenti che fanno la storia. Italia-Ungheria
Risultato finale: 4-2
19 giugno 1938
Coppa del Mondo - Finale
I due capitani, Giuseppe Meazza e Gyorgy Sarosi, effettuano davanti all’arbitro il saluto iniziale.
Appare per la prima volta, almeno documentata, una vena promozionale applicata al “rito del calcio”. La scritta “Coupe du Monde” sul cartello posto sotto la palla da gioco appoggiata su un trespolo, e una delle prime esperienze di branding applicato al calcio.
Silvio Piola e Gino Colaussi, con una doppietta a testa, chiuderanno la parte sportiva dell’evento in favore degli azzurri.
3. Il successo di Pozzo. Vittorio Pozzo alza la coppa Rimet.
L’Italia e Campione del Mondo per la seconda volta consecutiva.
4. L’eroe ha una vita. La vita deve essere piena di successi esorbitanti, di immagini invidiabili oppure di dolori lancinanti e lutti difficili da sostenere. L’eroe non sta “nel mezzo” come tutti. L’eroe gode o piange. Fa godere o fa piangere… Piero Pasinati, Amedeo Biavati, Bruno Chizzo e Gino Colaussi scorrazzano per le vie di Parigi all’indomani della vittoria della loro squadra sulla compagine d’Oltralpe.