La strada verso la parità di genere nel mondo dello sport è ancora lunga e lo dimostra la più recente classifica di Forbes sulla retribuzione dei 10 ATLETI top al mondo e le prime 10 ATLETE. "Oltre ad una evidente distanza economica, il problema sta nella competitività interna tra sport" spiega su Sky Sport il Prof. Fabio Poli, Presidente del corso di laurea in Scienze Motorie curriculum Calcio dell’Università Telematica San Raffaele Roma.

L'articolo di Sky Sport: 

Ricavi uomini-donne nello sport: il confronto

PARITÀ LONTANA - 08 mar 2021 - 08:00

Vanni Spinella

 

Ballano quasi 70 milioni di dollari tra il re e la regina, ma questo è forse il dato meno sorprendente. Da un lato lei, Naomi Osaka, che a 23 anni vince, piace, parla (anche di politica) e fa parlare di sé: le stime riguardo ai suoi introiti, sommando quelli derivanti dai contratti sportivi e dalle sponsorizzazioni, le accreditano un guadagno di 37.4 milioni di dollari all’anno, con sorpasso su un’icona come Serena Williams (a 36 milioni). Una montagna di soldi, che appare però come una collinetta se paragonata a quella che riesce a mettere su ogni anno il “collega” Roger, anche senza bisogno di vincere troppo. Semplicemente essendo se stesso, un brand.
 

Sono loro, secondo la più recente classifica di Forbes (2020), la sportiva e lo sportivo più pagati al mondo, leader di due classifiche relative all’universo femminile e a quello maschile che, se avvicinate, fanno impressione per quanto restano distanti. Federer guida quella degli uomini davanti a Cristiano Ronaldo e Messi, che completano il podio con i loro 105 e 104 milioni di dollari. E poi Neymar (95.4), LeBron (88.2), fino al decimo posto di Carson Wentz (football americano) con i suoi 59.1 milioni: una top ten da oltre 80 milioni in media, davanti alla quale impallidiscono i numeri relativi ai ricavi dell’universo femminile “top”, dove si salta dai 37.4 milioni della già citata Osaka, prima, ai 4.6 di Alex Morgan, decima. La media dei guadagni delle prime 10 donne è di 13.5 milioni.

 

Donne: un solo sport "al top"

Anche nello sport le donne in generale guadagnano di meno, e non lo scopriamo certo oggi, così come sappiamo che la strada verso la parità della retribuzione è ancora lunga; ma forse il vero focus è un altro e per rintracciarlo bisogna andare oltre la semplice lettura dei numeri. A impressionare è infatti la diversa distribuzione sportiva: se la classifica degli uomini vede ai primi 10 posti i rappresentanti di 5 sport diversi, quella delle donne ha 9 tenniste nelle prime 9 posizioni, con una calciatrice, Alex Morgan, che si è “infilata” sfruttando l’onda del Mondiale 2019, di cui è stata uno dei volti principali.

“Il vero problema è di competitività sportiva”, spiega Fabio Poli, Presidente del corso di laurea in Scienze Motorie curriculum Calcio all’Università San Raffaele di Roma. “Nella classifica degli uomini siamo di fronte a diversi mondi sportivi capaci di generare ricavi: il tennis con Federer che è un brand mondiale, poi il calcio, il basket, il golf, il football americano. Per le donne è drammatico il fatto che ci sia un solo mondo sportivo che muove il mercato. Se tutte le atlete top sono tenniste, e se il mercato del tennis per una qualsiasi ragione dovesse avere una battuta d’arresto, l’intero sport femminile crollerebbe, facendo un salto indietro di 10 anni a livello di visibilità, mentre nel caso degli uomini si muoverebbe solo un po’ la classifica. Questa è la vera disparità di genere: lo sport ha anche, forse soprattutto, un grande valore mediatico, ma è ancora fortemente spostato verso l’universo maschile”.
 

Quanto conta essere "personaggi"

Non fermarsi solo all’analisi del tema economico, dunque, ma guardare allo sport anche come un mondo che genera opinione e di conseguenza business. Necessità evidenziata da un’altra classifica, quella Nielsen (2020) sugli sportivi più “marketable” (traducibile come i più “spendibili”, ma anche “spesi” sul mercato) che tiene conto della capacità dei "personaggi" di generare business, ed è stilata sulla base di svariati fattori tra i quali, per dirne uno, la quantità di follower.

Qui Alex Morgan è solo diciassettesima e le primissime posizioni sono dominate dagli uomini, con l'eccezione della tennista Bianca Andreescu (quinta) e con il calcio che si riprende la vetta (Messi e Ronaldo). “Molto interessante è poi il quarto posto, occupato da Virat Kohli, un giocatore indiano di cricket", continua Poli. "La dimostrazione di come esistano mondi che noi dall’Italia non vediamo nemmeno, ma che generano mercato. Lui ha 66 mln di follower: non è Messi, ma ne ha più dell’intera popolazione italiana".

 

Un guadagno per tutti

Il futuro? I dati dopo il Mondiale di calcio femminile del 2019 evidenziano una crescita: il gap è palesemente ancora ampio, ma le donne stanno recuperando. Basti pensare che fino a tutto il 2020 nessuno sport in Italia aveva attivato il professionismo sportivo femminile, anche se tecnicamente era possibile farlo (a breve lo farà la Federazione Italiana Gioco Calcio, per prima). Nonostante i dati Istat evidenzino come da 10 anni ormai le donne pratichino più sport degli uomini in Italia, con percentuali che oscillano tra il 52 e il 54%. "È ora che lo sport si impegni a raggiungere la parità, non solo retributiva ma anche sotto il profilo del 'peso' dei personaggi", dice Poli. "Rappresenterebbe una ricchezza per tutti, perché se cresce quella parte di movimento, cresce tutto l’universo sportivo: si creano nuove opportunità di lavoro, di specializzazione, nuovi indotti. Ecco perché dovrebbe essere il sistema stesso a spingere verso l'incremento di questa base".

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