Sebbene i consumatori oggi non siano più sprovveduti come in passato, c’è ancora molto da fare per una tutela europea completa e uniforme.
Il fatto che si tratti, inevitabilmente, di una materia in continua evoluzione non facilita chi, dovendo sottoscrivere un contratto, deve rapidamente imparare a districarsi in rivoli normativi e metodi di vendita “aggressivi” con offerte accattivanti, soprattutto in un mondo che comporta relazioni digitali o comunque a distanza e senza confini territoriali.
“Fare in modo che la legislazione degli stati membri UE sia sempre più uniforme, così da consentire profili di responsabilità, rimedi e termini uguali in tutti i Paesi favorendo anche una maggiore attività transfrontaliera, rappresenterebbe un beneficio sia per il consumatore che per le imprese” afferma la prof.ssa di Diritto privato e coordinatrice del Corso di perfezionamento di Cybersecurity presso l’Università telematica San Raffaele Roma, Giovanna Capilli, che ha curato il testo “I contratti del consumatore”, edito da Giappichelli, recentemente arrivato nelle librerie italiane.
Il volume approfondisce l’evoluzione dei contratti alla luce delle ultime riforme europee e guarda con particolare attenzione al mercato digitale, che rappresenta l’ambito di maggiore rischio, soprattutto per i consumatori minorenni. Particolare attenzione è riservata alle tematiche delle clausole vessatorie, delle garanzie nella vendita, degli obblighi informativi e del diritto di recesso, dei contratti on-line e a distanza, dei pacchetti turistici. La pubblicazione non tralascia la trattazione dell’azione inibitoria e dell’azione di classe.
“Il tema è cruciale sotto diversi punti di vista. Per esempio, vanno considerati - spiega la prof.ssa Capilli - il ruolo e le responsabilità delle piattaforme online, occorre porre maggiore attenzione ai contratti che vedono coinvolti minori, per i quali sarebbe auspicabile una disciplina uniforme a livello europeo, evitando che tale ambito sia lasciato alla legislazione dei singoli Stati membri. Solo così si potranno evitare quelle differenze che sicuramente incidono sulla tutela dei minori, come accaduto per l’attuazione del GDPR, in cui era prevista una forbice tra i 13 e i 16 anni entro la quale gli Stati membri hanno potuto fissare limiti di età diversi per la prestazione del consenso”.
Rivolto agli studiosi del diritto, ma non solo, “I contratti del consumatore” dedica alcuni focus a questioni di stretta attualità come la pandemia Sars-Cov2, che ha rappresentato un vero e proprio banco di prova per il diritto dei consumatori e ha fatto emergere la necessità di una modernizzazione delle regole riguardanti l’utilizzo di strumenti digitali in continua evoluzione, fornendo un quadro dettagliato su come difendersi dalle patologie dei contratti, analizzando anche i diversi tipi di “ADR” ovvero Alternative Dispute Resolution, come la mediazione, gli arbitrati, la conciliazione.